venerdì 12 febbraio 2016

Venerdì del Libro: La ragazza con la bicicletta rossa.

La ragazza con la bicicletta rossa di Monica Hesse è un romanzo che narra storie di personaggi inventati ma plausibili, ambientato in un periodo storico ben preciso e con notizie storiche reali.

Il romanzo è ambientato nel 1943, tre anni dopo l'invasione tedesca in Olanda. I Paesi Bassi furono invasi nel maggio del 1940 travolgendo in soli 5 giorni l'esercito olandese, durante l'attacco morirono più di 2000 soldati olandesi.  Tuttavia i tedeschi furono più clementi con gli olandesi che con altri popoli invasi, poiché li ritenevano loro "fratelli ariani". La regina e un nutrito nucleo governativo scapparono in Inghilterra, il paese rimase così sotto la guida di una burocrazia ministeriale che collaborò attivamente con i tedeschi, con il Reichskommisar  Arthur Seyss-Inquart, ch fu attivo dal 1940 al 1945.

La discriminazione degli ebrei olandesi iniziò 5 mesi dopo l'invasione, nell'ottobre 1940. I primi divieti furono: il divieto della macellazione rituale, l’espulsione dei dipendenti ebrei dagli uffici pubblici, la confisca degli apparecchi radiofonici e il divieto di ingresso negli alberghi e nei ristoranti, il divieto agli ebrei di frequentare scuole ariane e anche di insegnarvici. Nel gennaio 1941 avvenne la completa registrazione degli ebrei presenti nei paesi Bassi.
Infine, nell'aprile 1942, venne imposta la famigerata stella di David gialla sugli abiti e le deportazioni iniziarono nell'estate dello stesso anno.

Prima di essere inviati campo di transito di Westerbork e poi successivamente ad Auschwitz, gli ebrei di Amsterdam venivano radunati nell'Hollandsche Schouwburg, famoso teatro della capitale che fu requisito e adibito a centro di raccolta. Accanto al teatro venne istituito un asilo dove alloggiare i bambini ebrei mentre i loro genitori attendevano la deportazione.
Circa 100.000 ebrei olandesi morirono durante l'Olocausto, una percentuale altissima rispetto a quella dei paesi vicini. L'Olanda è un paese pianeggiante e privo di nascondigli naturali come le foreste, quindi i luoghi per rifugiarsi, inoltre i paesi confinanti erano già in mano ai tedeschi, fu quindi impossibile per gli ebrei olandesi fuggire dal paese dopo l'occupazione.

Anche la resistenza olandese si sviluppò lentamente, il paese era rimasto neutrale durante la Grande guerra ed era quindi privo di esperienza per l'organizzazione di una rete clandestina, inoltre il collaborazionismo fu molto alto, poiché molti olandesi si sentivano protetti dalla loro condizione di ariani. Gli ebrei che si nascondevano nelle fabbriche, nelle cantine, nei retrobottega, venivano spesso traditi dai loro stessi concittadini ( come la storia di Anne Frank)

In questo scenario storico si svolge la storia di Hanneke, ragazza ariana dai perfetti tratti ariani, che gira per Amsterdam sulla sua bicicletta rossa, trovando articoli che non si possono ottenere con le tessere annonarie. La vita di Hanneke è già stata stravolta dalla guerra, dall'invasione, dal razionamento ma subirà un'ulteriore cambiamento che la costringerà ad aprire veramente gli occhi sulla tragica sorte toccata al suo paese e a molti dei suoi connazionali.

Dal prologo:
Molto tempo prima che Bas morisse, discutemmo per scherzo su di chi fosse la colpa se lui si era innamorato di me. È colpa tua, mi disse. Perché sei adorabile. Gli risposi che si sbagliava. E che era molto comodo incolpare me. Era irresponsabile, ecco.
Ricordo ogni particolare di quella conversazione. Eravamo nel soggiorno dei suoi e stavamo ascoltando la loro radio nuova mentre io lo interrogavo per un compito di geometria a cui nessuno dei due dava davvero importanza. L’artista americana Judy Garland cantava You Made Me Love You. È così che tutto è cominciato. Bas disse che lo avevo fatto innamorare. Io la buttai sul ridere perché non volevo che capisse quanto il cuore mi batteva forte a sentirgli pronunciare le parole “innamorato” e “te” nella stessa frase.
Poi disse che era solo colpa mia se aveva voglia di baciarmi.
Allora io gli dissi che era solo colpa sua se glielo lasciavo fare. In quel momento suo fratello entrò nella stanza e disse che era colpa nostra se ascoltandoci gli veniva da vomitare.
Fu solo più tardi quel giorno, mentre tornavo verso casa – in un tempo in cui potevo tornare a casa a piedi senza preoccuparmi di essere fermata dai soldati, di fare tardi per il coprifuoco o di essere arrestata – che mi resi conto di non avergli risposto. Mi aveva detto “ti amo” per la prima volta e io mi ero dimenticata di rispondergli.
Avrei dovuto farlo. Se avessi saputo che cosa sarebbe successo e che cosa avrei imparato in seguito sull'amore e sulla guerra, non avrei perduto l’occasione di dirglielo allora.
E questa volta, la colpa è mia.


Con questo post partecipo al Venerdì del Libro di Homemademamma 




3 commenti:

  1. Risposte
    1. Sì infatti, anche perché non c'è un granché sulla resistenza olandese e neppure sulla deportazione da quel paese.
      Anche il film The black book è interessante.

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  2. Una proposta molto interessante, grazie del consiglio!

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