venerdì 8 maggio 2015

Venerdì del Libro con intervista

Ho letto un libro Fantasy, genere che non avevo mai affrontato prima. La curiosità mi è venuta quando lo scrittore l'ha proposto in un gruppo Fb di consigli di Lettura.
Ho preso la versione e-book e mi sono tuffata nella lettura.

Da subito una strana e nuova sensazione, lo stile del racconto mi ha ricordato i telefilm americani (tipo Castle o C.S.I. per intenderci). il racconto riusciva perfettamente a far immaginare la l'ambientazione e le caratteristiche fisiche e caratteriali dei personaggi.



Come faccio con i film, quando ci sono scene troppo vibranti, cambio brevemente canale o mi alzo per far qualcosa in giro per casa....ok, sono una fifona! Così ho fatto con una scena all'inizio, mi sono data alla lettura veloce per evitare il panico: che dire... narrazione coinvolgente!!

La storia è ben bilanciata e ha degli intriganti colpi di scena e il racconto tiene la suspance fino alla fine, infatti mi è dispiaciuto arrivare al termine. Unico appunto, forse avrei curato un po' di più la conclusione post scena finale.

Ho avuto un senso di  déjà vu durante la prima parte del romanzo che poi però ha preso una piega totalmente inaspettata e mi ha incredibilmente coinvolto.

Il racconto inizia come un normalissimo giallo e  poi svolta nel fantasy in modo molto piacevole e anche "realistico" dato il tema trattato.
Ogni capitolo del libro ha come titolo, quello di una canzone e la storia è intrisa di citazioni musicali.

Spero vivamente che questo nuovo scrittore prosegua con altri libri che attenderò con piacere.


Ho inviato una mail con alcune domande per Harry Fog e ne è uscita una piccola intervista:

Ciao Monica,
Intanto grazie per le belle parole: non c’è cosa migliore per un autore (faccio fatica a definirmi scrittore) di sapere d’aver coinvolto il lettore come descrivi tu.
È bello ricevere complimenti, è ovvio e sono grato a chi mi sostiene in questo modo, ma sovente sono come una pacca sulla spalla: “molto bello, bravo mi è piaciuto, scrivi bene, continua così”, fanno piacere ma non rimangono impressi.
Per assurdo (mica tanto), mi ricordo di più delle critiche più o meno pesanti. Fortunatamente ne ricevo solamente un paio ogni venti circa e ci stanno tutte: per ora esprimono solamente disappunto legato al proprio gusto personale, cosa che rispetto a prescindere, sapendo di non poter raggiungere il favore di tutti con il mio modo di fantasticare.
Infine, ci sono i pareri come il tuo, positivi e che esternano sensazioni provate durante la lettura che avrei voluto suscitare e, in più, sono di persone che mi fanno domande per approfondire: di queste non mi dimenticherò mai.
Mi hai fatto sorridere con ragione quando ho letto che la storia ti ha ricordato i telefilm americani J A me piace un po’ di tutto purché mi coinvolga, spazio da Sciascia passando per Hesse e la Rowling per arrivare ai film Marvel!
Così è anche per i gusti musicali, come si nota facilmente dal libro. Questo per dirti che nel mio primo esperimento ho scelto un argomento di fantasia ed è venuta fuori più una sceneggiatura che un romanzo. Quella che qualcuno chiamerebbe un’americanata.

Quando hai iniziato a scrivere?
Ho iniziato a scrivere il romanzo due anni fa. Era tanto che avevo questa idea che mi frullava per la testa. La spinta me l’ha data la voglia di ritagliarmi un impegno tutto mio: io e mia moglie abbiamo due bimbi, e non abbiamo nonni; i figli sono un tesoro, si sa, ma cancellano per un buon periodo della vita la nostra individualità, mi sono allora buttato in questa avventura per ritrovarne un pezzo.
Come nasce l'idea per un romanzo così articolato con molti personaggi?
È una domanda a cui mi piace rispondere: nella mia mente avevo da tempo come dei brevi film in testa, a cui non riuscivo a dare un inizio, così non mettevo mai giù nulla. Poi c’è stata la seconda gravidanza di mia moglie; osservare i cambiamenti del fisico e della psiche di una donna in gravidanza mi ha fatto pensare che solo una magia avrebbe potuto fare altrettanto... ecco da dove è nata l’idea del gioiello e di Aikane, c’è un po’ di poesia in questo, anche se la storia non lo lascia trasparire.
Allora ho deciso di scrivere quello che mi passava per la mente, per intenderci ho iniziato da alcune parti di quello che è diventato il secondo capitolo, senza preoccuparmi di altro. È successa quindi un’altra magia: più scrivevo e più la storia mi appariva chiara espandendosi intorno al punto da cui avevo iniziato.
Invito, quindi, chiunque abbiamo un’idea che gli frulla nella testa a non esitare alla ricerca di un inizio o una fine: mettere giù nero su bianco una piccola fantasia significa coltivarla e vederla crescere.
Aikane, nella descrizione fisica, ricorda i disegni di Milo Manara, ti sei ispirato a qualche persona reale per la descrizione dei personaggi del racconto?
I personaggi del racconto hanno molte caratteristiche delle persone reali che ho conosciuto durante la mia vita… e anche molto di me! Non tanto al punto di vista fisico, ma quello psicologico, delle esperienze e del vissuto.
La parte fisica è solamente frutto della mia fantasia e di alcuni stereotipi cinematografici che possono essere banali, ma a me piacciono J. Può darsi che anche i disegni di Manara mi abbiano in qualche modo condizionato.
È quest’ultimo aspetto che probabilmente non è piaciuto ad alcuni lettori: amen, come già sottolineato non è possibile piacere a tutti, anzi, sarebbe disumano.
Perché hai scelto il fantasy?
In realtà il fantasy puro (quello in cui sia l’ambientazione che i personaggi sono tutti fantastici), escluse rare eccezioni come Tolkien, non mi fa impazzire. Preferisco storie in cui la fantasia si mescola alla realtà, forse per sognare un po’.
Come primo esperimento di scrittura ho optato quindi per il fantasy contemporaneo (si chiama così questo sottogenere) per lasciare spazio alla mia fantasia e alle mie esperienze reali senza addentrarmi in argomenti troppo complicati. Voglio avere più riscontri possibili sul fatto che il mio modo di scrivere sia piacevole, corretto e scorrevole innanzitutto, prima di cimentarmi in qualcosa di più profondo e complicato. Ovviamente, per rispetto ai lettori che aspettano l’eventuale continuazione della storia, porterò alla fine la saga di Aikane, della quale sto già scrivendo da alcuni mesi il secondo capitolo. Coi miei tempi ovviamente, non è la mia professione.
C'è qualcuno di speciale che legge il manoscritto man mano che scrivi oppure presenti il libro finito?
Durante la scrittura di questo primo libro, mia moglie e mio cognato (Renato Grossi che a sua volta è un autore dilettante come me) leggevano i capitoli man mano che li sfornavo, indicandomi errori e strafalcioni. Dopo metà romanzo, ho smesso di consegnare loro le parti perché nel frattempo avevo deciso di cambiare alcune situazioni già scritte, proprio perché la storia nasceva mentre buttavo giù, e alcune cose dovevano essere modificate per non contraddirmi.
Una volta terminato, ho quindi riconsegnato tutto il malloppo a loro due, a mia sorella e ad amici/conoscenti che si sono offerti come correttori di bozze: è stato un preziosissimo aiuto da parte di tanti.
Per il secondo consegnerò le copie solamente al termine, a chiunque si offrirà di aiutarmi con l’editor.

Prima di salutarti mi preme aggiungere un’ultima cosa che credo possa essere interessante: la musica! Ho scelto di battezzare ogni capitolo con il titolo di una canzone in esso richiamata perché, nella mia fantasia, le scene erano accompagnate dalla musica. Mi sono detto “se nascono così, perché eliminarle della loro colonna sonora?”.
Ecco che alcune volte le parti del romanzo nascevano con il loro brano, altre volte ho dovuto cercare una canzone da abbinare. Ultimamente, mi capita invece qualcosa di curioso: ascolto una canzone e mi viene in mente cosa scrivere! È fantastico!

Con questo post partecipo al   Venerdì del Libro di Homemademamma 


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